Le nuove esigenze abitative degli italiani dopo il lockdown

Vivendo per circa due mesi in forte relazione con la propria abitazione, ne abbiamo scoperto pregi e soprattutto difetti. Ambienti troppo ristretti, specialmente nelle città metropolitane, dove la maggior parte degli appartamenti sono di dimensioni ridotte, infatti nell’ultimo censimento dell’Istat risulta che in generale più di un terzo delle abitazioni occupate da persone residenti è al di sotto degli 80 metri quadri e che il 13,4% non raggiunge neanche i 60 metri quadri. Tante le Case poco illuminate e si pensi che nel 70% delle case italiane è presente un unico bagno e che nel 30% manca un balcone o un terrazzo, condizioni che nel periodo di lock-down hanno influito e non poco sul benessere delle persone.

Per tutte queste ragioni, le domande di acquisto o di locazione saranno più attente a tutti i fattori che determinano la comodità di un immobile e successivamente al prezzo. Trovare la casa più adatta alle proprie esigenze, soprattutto case con degli spazi esterni, case con più luce e case con stanze più ampie, dove possano trovare spazio postazioni di smart working e mini-palestre. Inoltre in futuro le famiglie italiane cercheranno case in periferia e negli hinterland che, a parità di prezzo, consentono di avere a disposizione spazi maggiori sia interni che spazi verdi esterni.

Secondo Idealista prima della pandemia il 34,1% delle ricerche immobiliari riguardavano case nei capoluoghi di provincia, dopo il Coronavirus questa percentuale è scesa al 30,9%. Un fenomeno che registra picchi nei casi di Milano – dove l’interesse è calato dal 63,5% al 62,7% in favore della provincia – e Roma – dal 68,4% al 67,4%.

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